martedì 10 novembre 2009

Ispirazione - 4





(segue da qui)

Nella penombra della sua stanza, che ne rendeva indistinguibili le dimensioni, i contorni e le forme, il (non più tanto) giovane aspirante scrittore dovette alla fine arrendersi. Il vuoto creativo permanente che lo insidiava da sempre, come un avvoltoio in volo sul corpo del moribondo, ebbe la meglio, vinse la guerra e lo inghiottì tutto intero. Nel buio egli vide chiaramente la sua ispirazione (o ciò che ne restava) uscire dal suo petto sotto forma di fumo leggero, staccarsi da lui e volare via verso la finestra chiusa, che attraversò senza problemi per poi sparire del tutto. Arreso, smarrito, inerte, sconfitto, il (non più tanto) giovane aspirante scrittore di fronte al suo fallimento non tentò nemmeno di elaborare un progetto di vita alternativo, un nuovo inizio: troppo faticoso, deprimente; perché non aveva mai preso in considerazione null'altro che quello, una inutile carriera di scrittore di incipit di romanzi e racconti.
L'uomo mascherato per il carnevale veneziano gli tese la mano, nell'ombra, lui l'accettò senza guardarlo, assorto nei suoi tristi pensieri, e si alzò, seguitando a ragionare: però... e se volesse raccontare proprio di quello? Il giovane alto, magro, pallido e biondo del fuoribordo lo prese sottobraccio, e lui, distratto, si fece accompagnare fin di fronte alla finestra, ancora considerando tra sè: forse potrebbe raccontare esattamente della sua lotta per esprimersi, si forse potrebbe. Le due donne in costume ottocentesco con l'ombrellino aprirono le imposte della finestra, una da una parte e l'altra dalla parte opposta, e indicarono fuori dalla finestra con le gentili ditine guantate. Il (non più tanto) giovane aspirante scrittore non si avvide di loro, ma realizzò da sè che doveva inseguire la sua ispirazione, o ciò che ne restava, innaffiarla con l'ottimismo di un'idea ritrovata e farla crescere, finalmente.
'Certo', pensò stampandosi finalmente un sorriso convinto sulle labbra, mentre il vento scompigliava i suoi capelli e faceva tremare gli zigomi, 'certo, questa è la lezione: parlare di me, non d'altro, del mio travaglio interiore, di come ciò che si cerca con tanto affanno a volte è proprio a un passo da sè, a portata di mano. Farò così', si decise definitivamente, 'scriverò di me, tirerò fuori la mia essenza e le darò la libertà che merita, ed essa splenderà come un faro nel buio, ecco cosa farò, e lo farò da subito', concluse finalmente felice e carico di ritrovato vigore, mentre la sua mente aveva già prodotto pagine e pagine di convincente racconto in fluente linguaggio, col cuore lieve cercando la penna nel taschino della giacca, un attimo prima di incontrare il suolo.
Fine

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