venerdì 16 novembre 2007
Figli delle stelle
Gabriella Bernardi, giornalista con laurea in fisica e master in divulgazione scientifica, ha scritto un interessante articolo per Astronomia.com. Lo riporto integralmente.
Tempo fa mi venne proposto di pensare ad alcune installazioni o meglio, come si dice in gergo exhibits, da inserire in un nuovo science center; in particolare pensai che una di esse dovesse legare intimamente le stelle al genere umano, proprio per rendersi conto che lo spazio e l’Universo non sono fattori così lontani ed estranei.
Quello che mi venne in mente era la realizzazione di una grande sagoma umana diversamente “colorata” da fotografie o immagini: una grande porzione, ad esempio, doveva essere occupata da una foto di stelle, un’altra decisamente più piccola doveva ritrarre una supernovae e l’ultima ancora più piccola rappresentare il Big Bang. In effetti, se potessimo analizzarci non ai raggi X ma con una particolare macchina che ci svelasse l’origine delle componenti del nostro corpo, ci stupiremmo nell’osservare che gli elementi costitutivi derivano in gran parte dalle esplosioni delle supernovae, dalla nucleosintesi stellare ed in ultimo, ma non ultimo, anche direttamente dal Big Bang.
Questa sagoma cosmica, come si può vedere nell’immagine, avrebbe dovuto essere correlata da una bilancia molto particolare, nel senso che utilizzandola sarebbe stata in grado di rilasciare uno scontrino con i dettagli del nostro peso… stellare! Leggendo tale scontrino, solo per citare alcune voci, avremmo scoperto ad esempio che l’ossigeno, presente all’incirca al 60% del peso di un organismo adulto, proviene dalla sintesi stellare esattamente aggiungendo un nucleo di elio ad un nucleo di carbonio.
L’idrogeno, invece, non solo è l’elemento più abbondante nell’Universo, ma nel nostro organismo è per la maggior parte legato all’ossigeno utilizzato per formare i circa quaranta litri d’acqua e proviene direttamente dal Big Bang, mentre lo zinco, concentrato per la maggior parte negli spermatozoi, è stato sintetizzato nelle esplosioni stellari o meglio le supernovae.
In questo modo, il messaggio che intendevo comunicare all’ipotetico visitatore o visitatrice che si aggirava per la mostra, è che siamo interamente composti da elementi che provengono dallo spazio e ciò è un’idea un po’ fuori dal comune, in quanto generalmente quello che si studia a scuola è che gli esseri umani sono composti al 70% circa di acqua. La prima reazione che mi aspetterei dal pubblico, di fronte ad una tale informazione, potrebbe essere di perplessità, però potrebbe anche essere interessato ad approfondire l’argomento, per esempio quali sono i vari elementi chimici che costituiscono il nostro organismo, la loro provenienza, e non ultimo il loro utilizzo organico.
Per esempio il litio è presente nel nostro organismo in quantità pari a sette milligrammi, ed è stato sintetizzato in parte nel Big Bang: un atomo di litio ogni miliardo di atomi d’idrogeno, ed in parte nelle stelle. Nell’organismo è responsabile della regolazione dell’umore, molto importante se si pensa che la sua carenza è causa degli stati depressivi.
Concludendo, gli elementi necessari per la costituzione di una donna o di un uomo come ad esempio il titanio, il nichel o il manganese, tranne l’idrogeno e un pizzico di litio, non esistevano all’inizio dell’Universo, ma sono stati sintetizzati dalle stelle o dalle supernovae come lo iodio o il selenio; quindi potremmo definirci l’agglomerato di una piccola, ma preziosissima dote stellare.
Il commento più facile da fare è: ma allora aveva ragione Alan Sorrenti!
In realtà è un argomento serio ed estremamente affascinante, se non altro perché dovrebbe far capire quanto labile è il confine tra la fede in una religione e l'etica laica -detto semplificando, tra creazionismo ed evoluzionismo, se vogliamo. Io non trovo che sia una distanza incolmabile, il problema è semmai il dogmatismo rigido e ottuso di un certo modo di intendere la religione.
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