mercoledì 5 gennaio 2011

Roma è morta


Cartoline dal Tuscolano



Questo, signori, è il Tuscolano; una piccola parte, quella che sta attorno a Piazza dei Consoli, per capirci. Cinecittà non è lontana, e mettendoci in piazza dei Tribuni, sede di mercato rionale, la prospettiva dà sullo sfondo, alberi (e cartelloni) permettendo, il cupolone della basilica di s. Giovanni Bosco; ricolma di antenne per la telefonia mobile, ma questo è un altro discorso. In questo quartierone ex popolare sono state girate celebri scene di cinema, a partire da "I soliti ignoti", fino a "Fantasmi a Roma", del 1961: specialmente in quest'ultimo si vede il quartiere appena ultimato con intorno ancora la campagna. Era una delle periferie più belle, spaziosa e moderna, con quell'architettura certo alienante (soprattutto intorno alla basilica), forse un pò da cimitero per il bianco dei marmi e le linee squadrate 'tipo lapide'... ma anche dal respiro metafisico, non privo di un certo fascino, e comunque completo di ogni servizio e ben collegato al centro.



Era, dicevo... perché cos'é adesso il Tuscolano? Uno schifo infinito! Un monnezzaio a cielo aperto!


Palazzi fatiscenti ancora in attesa di restauro, transennati da una vita, monnezza ovunque, e quando dico ovunque intendo proprio ovunque, muri con macchie di pulito tra i graffiti preistorici, un numero strabiliante di automobili, messe ovviamente a riempire ogni angolo possibile, e pure qualcuno impossibile, negozi abbandonati, e sui marciapiedi... merda, merda ovunque, merda a tonnellate, un mare di merda.


Non ci venite in questo quartiere, è più bello uno slum sudafricano...


Le foto sono state prese nella "L" formata da via Tarquinio Collatino e via Ponzio Cominio, che in fondo -all'incrocio con via Tuscolana- porta alla fermata della Metro di Lucio Sestio. Sono poche foto (altre arriveranno) ma danno esattamente la misura di cosa è questo quartiere, tra l'abbandono delle istituzioni, l'incuria e l'inciviltà di una parte non trascurabile di cittadini, e la rassegnazione degli altri. Secondo la tendenza che vede la Capitale scivolare sempre più verso l'Africa (con tutto il rispetto per l'Africa) e allontanarsi dall'Europa civile.

Desolante.









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