venerdì 10 settembre 2010

Montagne senza pace - 2



MEGA ANTENNA SU MONTE GENNARO

COMUNICATO STAMPA

Mountain Wilderness Lazio si mobilita contro il tentativo di una famosa radio privata (Radio Subasio) di collocare in cima a Monte Gennaro, all’interno del Parco Naturale Regionale dei Monti Lucretili, un’antenna alta circa 100 metri.

Nei giorni scorsi la ditta appaltatrice dei lavori, per conto di questa radio, ha tentato per l’ennesima volta di forzare il passaggio contravvenendo ad un’ordinanza del Sindaco di Palombara Sabina che opponeva il divieto di transito su una inesistente carrozzabile che da Stazzano consentirebbe l’accesso a questa montagna, la prima e l’unica che si vede all’orizzonte di Roma.

Tutti ciò a seguito della delibera della giunta regionale Lazio del 2007 che ha approvato le nuove localizzazioni per gli impianti di emittenza televisiva, che dovrebbero in buona parte accogliere gli impianti attualmente siti a M. Mario e a M. Cavo.

Mountain Wilderness Lazio, in collaborazione con i gruppi locali che si oppongono a questa realizzazione, ha iniziato nei giorni scorsi un presidio permanente che si protrarrà per tutto il mese di settembre.

La realizzazione del progetto comprometterebbe in modo irreparabile il valore paesaggistico e naturalistico e la fruibilità dell’area, che è attualmente tutelata da norme stringenti del piano d’assetto, area ZPS, ed è compresa nella rete Natura 2000 delle aree naturali di interesse comunitario.

Diversi esposti/denuncia di questa Associazione di Comitati locali e delle Amministrazioni del luogo, depositati presso il Tribunale di Tivoli, non hanno ancora avuto seguito al fine di fermare questo affronto in un’area tutelata a Parco e di interesse comunitario.

Renato Giuseppe Napoli
Responsabile Gruppo regionale Lazio Mountain Wilderness Italia



Chi demolisce Punta Rocca?

Esposto di Mountain Wilderness Italia alla Magistratura

Durante un'ispezione in Marmolada effettuata da attivisti di Mountain Wilderness Italia il 26 agosto 2010, in assenza di controlli degli organi preposti, si è dovuto accertare che accanto all’arrivo del terzo tronco della funivia su Punta Rocca, in prossimità delle scalette di discesa dal cassone metallico, si è proceduto a lavori di scavo della roccia della montagna; si tratta di area SIC, oltre che uno dei nove sistemi inseriti in Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità UNESCO.

Da notizie raccolte, e confermate dai Servizi Forestali della Provincia Autonoma di Trento che però sull’area non hanno competenza amministrativa, si sa che nel mese di maggio ignoti hanno usato esplosivo per far saltare spezzoni di roccia, ovviamente in giornata di brutto tempo. Il materiale di risulta è stato gettato dalla parete Sud, verso il Rifugio Falier; durante l’estate ancora si è scavato, fin nei giorni scorsi -sempre dopo le 17.00- usando demolitori meccanici, per costruire una nuova piazzola di arrivo della scalinata di discesa e per costruire un possibile terrazzo panoramico. I lavori sono stati eseguiti pur essendo a conoscenza che appena sotto il ghiaccio vi è alta probabilità della presenza di residui di almeno quattro bombe risalenti alla Prima Guerra mondiale, probabilmente inesplose. La scaletta è già stata rimossa e spostata in nuova sede.

Chi ha autorizzato i lavori che sono stati eseguiti, sulla base di quale documentazione depositata in Comune a Rocca Pietore o presso i competenti uffici regionali? Esiste una VIA, una Valutazione d’incidenza, una regolare autorizzazione edilizia con pubblicizzazione degli atti? Come mai sul cantiere, il giorno 26 agosto, non era esposta alcuna segnaletica che indirizzasse il cittadino a valutare la correttezza amministrativa dei lavori, nessuna tabellazione, nessuna delimitazione di cantiere? Chi può aver autorizzato gli esecutori del lavoro a gettare impunemente circa 100 metri cubi di materiale roccioso dal balzo della parete Sud? E se così non è avvenuto, dove e con quali mezzi è stato trasportato il materiale di scavo o quello demolito con esplosivo? Se non siamo in presenza di alcuna autorizzazione, come sembra, quando intendono intervenire la magistratura e l’amministrazione comunale per impedire che il danno imposto alla Marmolada assuma rilievi più imponenti? E come si intende intervenire nei confronti degli esecutori e dei committenti degli eventuali abusi e delle violazioni delle leggi ambientali ed urbanistiche del Comune di Rocca Pietore, della regione Veneto e dello Stato Italiano?

Per Mountain Wilderness Italia
Il portavoce Luigi Casanova -


1 commento:

Unknown ha detto...
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