venerdì 20 novembre 2009
Distanza
Così.
Solo guardarti.
Dal buco della serratura,
senza varcare la soglia
sulla quale, pure, sto.
Così tu stai.
Tu stai, sulla finestra,
Monarca sul tuo trono
regni sull'infinità di questa camera.
Scintilli nel buio.
Tu stai, dietro la vetrina, sul velluto,
prezioso di nuvole, di Sole,
raro, inebriante, di mistero.
E di pioggia che penetra,
e non scivola, e non scorre via;
e non mi purifica.
Posso sfiorarti, farmi sfiorare
ma,
a un secondo dal big bang
sei già irraggiungibile.
In guerra e in amore, amore, tutto è permesso
ogni piccola bugia, ogni piccola ferita,
logora, erode,
è come spillare sangue da un tronco nel bosco
vampiri alla luce del sole
travestiti da cani randagi
con una maschera da Pierrot
con la lacrima rappresa
e due buchi al posto degli occhi
per non vedere la fantasia che dispenso
nel trovare il modo per ucciderti
e non sopravvivere
o uccidermi, per non darti la possibilità di vivere.
Posso baciarti sulle labbra
o lanciarti un missile nucleare
l'effetto sarà lo stesso:
o sarai mio, o questo mondo deve finire.
Perché il mostro che ho nel cuore
non divori me, stanotte.
E questo, amore, è amore.
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