giovedì 16 ottobre 2008

La foresta del Latemar distrutta dalle ruspe



Comunicato di Mountain Wilderness

Con un lavoro istituzionale ben concertato la Provincia Autonoma di Bolzano (si, la provincia che pretende di insegnare agli altri come si tutela l’ambiente), i comuni di Nova Levante (BZ) e Vigo di Fassa (TN), hanno orchestrato l’operazione dell’ assalto definitivo all’area di Carezza e Costalunga. Si è atteso che i turisti abbandonino il territorio e già con i primi di settembre decine di ruspe, trattori, boscaioli erano all’opera per incidere in modo selvaggio la foresta demaniale del Latemar, per costruire nuove piste di sci e nuovi impianti che aggrediscono sia il Latemar verso occidente che la Roda di Vael ed il Catinaccio ad Oriente.Si sta così distruggendo l’area cuscinetto del Latemar incidendo quindi nel territorio che doveva essere tutelato dall’UNESCO come Dolomiti Patrimonio naturale dell’umanità. La foresta ora è già sventrata e nella sola giornata di oggi il locale comitato ha raccolto oltre 1000 firme perché la Provincia intervenga a difendere questo straordinario patrimonio paesaggistico.La società Latemar Carezza Srl vuole costruire il “Carezza Ski King Of the Dolomites”, un nuovo carosello sciistico. Si tratta di un impianto con cabinovia a sei posti che sale il costone Rotschingher distruggendo 18 ettari di foresta che vanta legname pregiatissimo, e pascoli; la costruzione di ben tre piste, una nuova seggiovia che colleghi il rifugio Coronelle al Costalunga, un’altra che da Malga Moser porti al costone Rotschinger tra il rifugio Coronelle e il Paolina, arrivando a soli 80 metri dalle pareti del Catinaccio, alla base della Cima Sforcella e della Roda di Vael.E’ inoltre previsto un bacino di accumulo acqua per 100.000 mc con la messa in opera di 170 postazioni per cannoni da innevamento artificiale.Visto che un simile investimento deve rientrare economicamente si dovranno avere una media di 4 – 6000 sciatori al giorno, aumenterà il traffico in tutta l’area, si costruiranno nuovi enormi parcheggi a Nova, a Carezza e al passo di Costalunga, sarà costruito il campeggio di 12.000 mq al maso Angerle.Addio UNESCO, addio ad un paesaggio tenue e delicato, addio ad ogni sogno di coerenza da parte delle province autonome di Bolzano e di Trento. Chi di voi salirà in questi giorn i si prepari a rabbrividire davanti a tanto scempio. Comprenderete anche perché Bolzano, Trento e Reinhold Messner abbiano preteso di ridurre la tutela UNESCo alle sole rocce, al monumento fine a se stesso.
(vedere foto sul sito di MW)
Per Mountain Wilderness Luigi Casanova


L'inizio delle celebrazioni di Dolomiti Monumento del Mondo in provincia di Bolzano con l'avvio dei lavori per nuovi impianti a Carezza

Dopo aver confinato il Monumento del Mondo sulle rocce, ecco il primo atto della valorizzazione del monumento, condannato a rimanere come sfondo scenografico su cui stagliare le meraviglie tecnologiche degli impianti da sci del futuro.La società Latemar Carezza srl ha avviato i lavori di rilancio della stazione sciistica intorno a Passo Costalunga, tracciando un lungo squarcio nella secolare pecceta del Latemar e iniziando ad abbattere alberi lungo il tracciato di una nuova pista che scenderà dalla pendici della Roda di Vael. Dappertutto, lungo le strade tra Carezza e Passo Costalunga e tra Carezza e l'attuale impianto per il Rif. Fronza alle Coronelle, ci sono depositi di tombini in calcestruzzo e tubi per gli impianti di innevamento artificiale, marcati Techno Alpin (azienda leader nel settore). Il progetto prevede infatti la posa dell'incredibile numero di 170 cannoni, che dovrebbero produrre un particolare manto candido chiamato “Neve Armani”. Il tutto si capisce con uno spreco incredibile di risorse idriche ed un costo energetico ignoto ma, presumibilmente, altissimo. Ai quattro bacini già esistenti si andrebbe ad aggiungersi un lago artificiale di circa 2 ha per 100.000 metri cubi di acqua, ovviamente da pompare in quota per chilometri e molte centinaia di metri di dislivello. Non ci sono parole di fronte a questo ennesimo scempio di un territorio leggendario, già abbondantemente sacrificato ed addomesticato. La passeggiata che ho fatto, nel tempo variabile ed uggioso di domenica, partendo dall'ancora bel Lago di Carezza (nonostante i troppi turisti) per risalire la foresta demaniale del Latemar fino al caotico mondo minerale del Labyrinth è servita a rilassarmi ma non a confortarmi. Non c'è limite al peggio e alla proliferazione delle brutture sulle nostre montagne. Come scriveva l'indimenticato Antonio Cederna abbiamo i vandali in casa. Nostro dovere è continuare a denunciarne l'opera scellerata e provare ad opporci. É duro ma è impossibile girarsi dall'altra parte. Altrimenti Mountain Wilderness non avrebbe più senso di esistere.
8 settembre 2008, Stefano Mayr

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