lunedì 5 maggio 2008

senza rima




Nel dì festivo ai travagliatori dedicato
nella gaia stridula e puzzolente metropolitana
una masnada di italianissimi giovincelli chic-choc
caciarava qua e là sui sedili spavaldamente
con rigonfi zaini e variopinte borze
tosto s'avventuravano verosimilmente alla spiaggia
la più gaia si sedette sulle ginocchia del suo tipo
le giovin tette in bella vista ponendo
nessun'io scorsi nel vagone che l'occhio non lanciò

sul seno quasi prosperoso dell'ochetta abbronzata;
ed ecco uno del gruppo di fronte a lei
prima una banana avidamente mangiò
(ah, il linguaggio tradisce, il corpo giammai)
dopodiché severamente ed ad altissima voce
invero inaudita violenza usando e viso truce
due immigrati bangladesh tosto apostrofò
affinché quelli non guardassero nel seno
che ogni occhio nel vagone affollato
per lunghi minuti aveva già accarezzato.
Ahimé, eran neri, ahimé, eran stranieri
e tra tutti quelli che guardarono silenti
unici furono minacciati fieramente
di tremende e virili, italianissime e patriottiche botte
cosicché li forestieri neri
goffamente simulando coraggio e stupore e innocenza
messi a tacer furono -che già tacevano
e gli occhi volsero ammirando lo soffitto.
Viva la patria, viva la famiglia, viva dio!

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