lunedì 7 giugno 2010

Ci chiamano superbi



Ci chiamano superbi

per non avere un dio

a cui affidare l’anima.

C’inducono a pregare

per ottenere in dono

la forza di superare il male.

Ci vogliono salvare

dall’ errore e dal peccato

di godere di un libero pensiero

Noi, “senza dio”, facciam paura

chè siamo senza briglie.


Siam piccoli e meschini

senza valore aggiunto

senza la fede che ci cura.


Così siam visti e additati,

votati alla lascivia, al vizio.

D’onestà e di forza privi

alla perdizione assoggettati.

Ma del mondo l’opinione

mille volti assume,

legarsi ad altre fedi

o esser liberi d’aver altro giudizio.

C’è un credo anche nell’ateo

che non ha meno valore

ed è in questa e in nessun’altra vita.

Questa dolce e triste vita

-la nascita, la morte, l’amore-

degna d’essere vissuta

all’insegna del rispetto

oltre diversità di sesso, di colore.



Rosalba Sgroia

Da “Nero assenso” Fabio Croce Editore 2003

2 commenti:

rosalba sgroia ha detto...

Grazie per averla pubblicata! :-)
Rosalba

Quasibaol ha detto...

Grazie a te per averla scritta! Appena l'ho letta l'ho trovata... come dire, subito "mia".