mercoledì 3 dicembre 2008

Rottami / Wrecks



Succede.
Succede a volte, succede sempre più spesso, per quanto ne so.
Vedi che succede a tante persone, succede a volte a gente che conosci. E ogni volta pensi: "potrebbe succedere anche a me". Ma è un pensiero che non sta mai in primo piano, sta un pelo sotto la superficie, non si vede ma sta lì, lo percepisci di tanto in tanto, le tante volte che invece non cerchi di rimuoverlo. "Non bisogna essere pessimisti, si fa peccato, si fa un torto anche e soprattutto a se stessi, ottimismo e sempre avanti!", dicono.

Succede, dicevo; ma se volessi potresti rendertene conto per tempo. Si, perché -a saper cogliere i segnali- è come un'ombra che si muove, nel buio della sera, man mano che ti avvicini al lampione del tuo destino: facci caso, l'ombra prima ti segue, poi ti affianca e ti ricopre, ti schiaccia e alla fine arriva a precederti. E lì è già tardi.

Succede. E quando succede ti accorgi che non si è mai abbastanza pronti; si, perché succede agli altri, ma rifiuti di credere che possa succedere anche a te. Non è calcolato, è istinto di conservazione, un istinto irrazionale, un pò vile, perverso e autolesionistico, ma difficilmente controllabile.
"Bisogna essere sempre pronti, perché potrebbe succedere anche a te". Quante volte te lo sei detto?
Non si è mai abbastanza pronti, per una cosa del genere.

Succede: succede che la mattina hai il tuo bel posticino nella rècita teatrale della società, un posto magari non di primo piano ma comunque un posticino, una dignitosissima comparsata -che magari il ruolo di protagonista non ti si addice. E poi succede che la sera non ce l'hai più, il posticino, perché è successo. E' successo proprio a te, stavolta. Non c'é niente da fare.
E allora, con la terra che trema sotto i piedi, devi prepararti a lasciare il palcoscenico, che poi tanto nessuno se ne accorge. E una volta fuori dal cono di luce del riflettore, devi raccogliere i cocci e prepararti e sgomitare di nuovo.

Succede. Ma non è facile. Perché ogni volta è sempre peggio. Ogni giro del pianeta intorno al Sole, è un ostacolo in più.
Non è facile perché da essere bene o male umano ti ritrovi all'improvviso declassato al rango di rottame, privato -di fatto- della dignità di Cittadino Conrtibuente (nel senso che contribuisci al radioso futuro del Mondo), ti ritrovi con le vesti del questuante, ti ritrovi a dover scegliere a quale compromesso sottostare, quali e quanti rospi ingoiare. Una merda, metafisicamente parlando.

Succede.
E non è facile gestire se stessi in quella situazione, in cui non contribuisci più al Benessere Collettivo Generale perché ti è successo. E dico questo perché quella parola, quella che si usa quando ti hanno tolto la possibilità di contribuire al Benessere eccetera... non riesci nemmeno a pronunciarla, fa troppo male.
D... d...s, dis o c... z... niente, non viene, fa troppo male.

Succede.
E allora concediti un attimo di disorientamento -siamo umani, che diamine!- ma poi... poi raccogli i cocci e riparti.
Non è facile, ma succede...
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English:
It happens.
It happens sometimes, often happens more and more, as far as I know.
You see that happens to so many people, it happens sometimes to people you know. And every time you think: "could also happen to me." But it is a thought that is never in the foreground, is always a hair under the surface, you can't see it but it is there, you perceive it every now and then, the times that you don't try to remove it instead. "It doesn't need to be pessimistic, it makes sin, it also makes a blame and above all to ourselves, optimism and always ahead! ", they say.

It happens, I said; but if you wanted you could realize for time. Yes, because - to know how to gather the signals - it is as a shade that move, in the dark of the evening, as soon as you approach to the lamp-post of your destiny: try to notice, first the shade follows you, then it places side by side yourself and it covers you, it crushes you and at the end it comes to precede you. And there, it is too late.

It happens. And when happens you realize that you're never ready enough; yes, because it happens to the others but you refuse to believe that can also happen to you. It is not calculated, it is instinct of maintenance, an irrational instinct, a little coward, perverse and self-injury, but hardly controllable.
"It needs to be always ready, because could also happen to you." How many times have you said to yourself?
You're never ready enough, for that kind of things.

It happens: happens that in the morning you have your beautiful spot in the theatrical performance of the society, a part even not protagonist but however a spot, a dignified figurant - that maybe protagonist's role is not suitable to you. And then happens that in the evening you don't have it no more, the spot, because it has happened. And' happened really to you, this time. There is anything to do.
And then, with the earth that trembles under your feet, you have to prepare to leave the stage, that then so much nobody realizes. And once out of the cone of light of the reflector, you have to pick up the crocks and prepare to elbow again.

It happens. But it is not easy. Because every time is worse and worse. Every turn of the planet around the Sun, is one more obstacle.
It is not easy because from being -more or less- human you find again yourself to the sudden one declassed to the rank of wreck, private - of fact - of the dignity of City Conrtibutor (in the sense that you contribute to the radiant future of the World), you find again yourself with the dresses of the solicitor, you find again yourself to have to choose what compromise undergo to, what and how much toads to swallow. A shit, metaphysically speaking.

It happens.
And it is not easy to manage yourself in that situation, in which you don't contribute to the General Collective Welfare anymore because has happened to you. And I say this because that word, that is used when they have removed you from the chance to contribute to the General etc... you can't even pronounce it, hurts too much.
Un... unem... p... ment... no, doesn't come, hurts too much.

It happens.
And then grant you an instant of disorientation - human beings, that heck!- but then... then pick up the crocks and leave again.
It is not easy, but happens...

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